Fetishdea e Dogpluto
Questo breve racconto è la versione in lettere di uno dei tanti sogni che popolano le mie notti, da quando ho il privilegio di provare a servire, purtroppo non sempre con i risultati che io e Lei ci aspettiamo, Lady Fetishdea. Dal momento che sono restio e poco abile a mostrare i miei sentimenti verso la Signora, sentimenti che spesso possono assumere aspetti banali e poco credibili se non ipocriti, ho provato a trascrivere questo mio sogno qui chiamato Sera d’inverno. I sogni sono rivelatori di noi stessi e dei nostri
sentimenti radicati in noi o, spesso, di un destino celato…
Sera d'Inverno
Quella sera suonai il citofono in ritardo. Alla Signora non sono mai piaciute le scuse e le giustificazioni, quindi evitai di raccontarle che il treno aveva accumulato 15vminuti di ritardo. E poi, solo uno stupido non avrebbe
compreso che in quel momento non aveva molta voglia divmettersi a discutere. Avevo il cuore che batteva a mille per la corsa e le tempie mi pulsavano: un fugace lampovdi divertimento misto a curiosità si disegnò nei suoi occhi,
notando il rossore diffuso che saliva alle mie guance. Il capo leggermente reclinato sembrava
studiarmi, leggermi dentro, come sempre accadeva tutte le volte che correvo da Lei. Come al solito la fissai inebetito e solo quando un sopracciglio si inarcò appena, in palese aspettativa, mi riscossi prendendole una mano e,
baciandogliela, mi incinocchiai come mi aveva insegnato la prima volta.
Era stato così naturale la prima volta che mi porse la mano: “Cosa si fa?…”. Un secondo dopo ero in ginocchio davanti a Lei, le labbra premute sul dorso della sua mano. “Braaavo….” mi disse con voce vellutata, leggermente compiaciuta “ a.. a.. a.. non ti ho detto che puoi rialzarti…”…
– Alzati – mi disse, sollevandomi il mento con un dito, obbligandomi così a incrociare il suo sguardo – Non aver
paura, non sono arrabbiata per il ritardo. Non questa volta…
Liberò dal suo abbraccio uno dei suoi affezzionati cagnetti e, presa una copia di Donna Moderna, si
accomodò nella sua poltrona preferita, quella di velluto rosso, proprio accanto al camino crepitante. Le gambe
accavallate, i folti capelli leggermente scarmigliati,sembrava una vera dea sul suo trono. Troverò mai il coraggio di confessarle che quando veste casual è ancora più attraente del solito? Le sue forme riempivano perfettamente il pullover bianco a collo alto e i jeans ben attillati. Uno stupendo paio di decolletè marrò facevano
da giusto contorno alla caviglia ben tornita.......... continua....
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