Feticismo dei piedi

Piede piede delle mia brame...


  

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Tutto sul feticismo del piede e delle scarpe

Dal piacere di guardare bei piedi calzare dei sandali al curioso Pedal Pumping, l'eccitazione di osservare i piedi nudi muoversi sui pedali dell'automobile...

«Alcuni uomini sanno come far ricordare alle donne che siamo il sesso più bello. Sanno come strofinare con le loro mani e la lingua ,i  nostri piedi carini e smaltati»  (Kylie Minogue)

Piede, pie«Bestialmente sessuale!», così rispose Mick Jagger a chi gli chiedeva quale significato avesse quel piede dentro una scarpa altissima di vernice nera sulla copertina del suo  Lp Some girls. Sì, il piede è erotico e con l’amica scarpa lo è ancora di più. Ma non è sesso: è qualcosa di molto molto più raffinato e antico. Amiamo i nostri piedi, tant’è che la passione di ogni donna (sono sicura quando lo dico) sono le scarpe. Noi adoriamo le calzature, gli uomini anche quello che c’è dentro. A tal punto da creare gruppi, siti, portali, incontri a tema. Diventano feticisti.

Ma cosa vuol dire  “feticista”  ?


Il termine significa semplicemente “amanti del particolare”. La passione per i piedi ha, all’interno dei feticismi possibili, la sua storia e la sua dignità.

Nella medicina cinese, per esempio, troviamo che il piede sia l’origine e la base della salute umana.
Nella cultura araba il piede della donna porta i segni della sua storia disegnati con l’henné.
Nella tradizione occidentale i messaggi hanno origine dalla scarpa in cui inseriamo il nostro piede: siamo delle vamp se indossiamo stiletto, delle donne dure e toste se portiamo anfibi, delle manager serie e incorruttibili se camminiamo in mocassini neri…

Lasciando la parola agli appassionati di piedi (i nostri uomini), scopriamo che il piede di una donna, infilato o meno dentro una scarpa, a volte, seduce e irretisce molto più di un corpo nudo.

Ogni gruppo (e ogni tendenza) ha però il suo foot-fetish.
I feticisti dark, punk e sadomaso adorano scarpe con le zeppe e stivali.
Gli adoratori “puri” del piede vanno fuori di testa per i sandali infradito.

Chi invece impazzisce per i tacchi 12 e punta a spillo, non lo sa, ma sta ripercorrendo le passioni di progenitori illustri. Dal 1100 al 1300, infatti, le calzature più in voga avevano punte lunghe fino a 50 centimetri, ed erano a forma di artiglio di leone, di becco d’aquila, di fallo… Oggi, invece, esistono le punitive shoes, scarpe che imitano le calzature delle ballerine classiche in posizione forzata (sulla punta).
 

L’adorazione del piede:

Questa parola inglese significa “adorazione del piede”. Sotto il termine rientrano molte pratiche di feticismo delle estremità femminili: leccare, baciare o godere del loro profumo.

Ecco un vademecum:

Il Worship  è il piede di lei (nudo e inguainato in calze) accarezzato da mani maschili
Il feet kissing  è la pratica in cui si baciano i piedi della donna
Il feet licking  è quando i piedi vengono leccati
Il feet sniffing  si chiama così il gesto di annusarli
Si fa feeding from feet   quando si sbocconcella cibo dai piedini di lei
Il toesucking  è particolarmente raffinato e delicato: si succhiamo le dita una per una
Il facestanding  è pratica dura: lei sale con i piedi sul viso di lui
Il feet massage  è la pratica in cui la donna si fa massaggiare i piedi.
Il footjob  è una pratica molto hard, in cui la donna  con i suoi piedi , masturba l'uomo
Il dirty foot in questa pratica il partner si sporca i piedi prima di farseli leccare.
Il tickling è la pratica con cui vengono solleticati i piedi del partner.
Il toejam eating è la pratica in cui si è costretti a mangiare la sporcizia che si accumula tra le dita dei piedi del partner. Questa pratica è molto umiliante.

Feticismo della scarpa

Heelpopping
  è un gesto vezzoso: la donna si leva la scarpa mostrando il piede nudo (o nel nylon) all’uomo.
Il Trampling  è una pratica nella quale lui si fa calpestare da lei, che spesso indossa tacchi a spillo per aumentare il dolore del calpestamento.
Il Pedal Pumping  è un gesto che rientra nella quotidianità: lui prova piacere ed eccitazione nell’osservare i piedi, spesso nudi, muoversi sui pedali dell’automobile, in particolare su quello dell’acceleratore
scirtto da Monica Maggi

 
 Feticismo del piede nel cinema, nell'arte, nella letteratura e nella pubblicità

Nel film L'âge d'or di Luis Buñuel c'è una scena in cui la protagonista succhia l'alluce di una statua.
In molti film di Quentin Tarantino è evidente il suo feticismo per i piedi, dichiarato per altro anche in molte interviste: Grindhouse, Kill Bill, Pulp Fiction, Jackie Brown, Bastardi senza gloria. Nel film Dal tramonto all'alba partecipa ad una scena di foot worship, succhiando le dita dei piedi a Salma Hayek.
Nel racconto Le pied de Fanchette ou le soulier couleur de rose (1768) di Restif de la Bretonne, la protagonista è una donna che si serve del fascino dei suoi piedi per avvantaggiarsi socialmente.
Nel romanzi di Dostoevskji alcuni personaggi indulgono volentieri al pensiero dei 'piedini' delle protagoniste e si trovano citazioni ad un poesia di Puskin sul tema
Nel romanzo I piedi di Fumiko di Tanizaki Junichiro un signore ha una smodata passione per i piedi di una ragazza che mantiene in casa propria, tanto che persino negli ultimi giorni della sua vita non rinuncia a mangiare il cibo direttamente dai piedi della ragazza.
Nel film La virgen de la lujuria (2002) di Arturo Ripstein si parla di un cameriere che si innamora di una prostituta ma, non ricambiato, è costretto ad umiliarsi a quest'ultima venendo più volte costretto a leccarle i piedi.
Nel film L'ultimo imperatore (1987) di Bernardo Bertolucci l'imperatrice Wan Jung (impersonata da Joan Chen) fuma oppio mentre una donna chiamata Gioiello D'Oriente (Maggie Han), ripresa in primo piano, bacia la pianta del suo piede nudo e ne lecca a lungo le dita.
Nel cartone animato I Griffin il vicino di casa della famiglia Griffin, Glenn Quagmire è un accanito feticista dei piedi tanto che il suo amico Peter Griffin gli regala, per il suo matrimonio , il piede della Statua della Libertà.
Nelle opere del pittore Franco Saudelli ricorre spesso il tema del feticismo del piede femminile.
Nel romanzo Il demone meschino di Fedor Kuzmič Sologub.


Mistress Fetishdea con servo Siifelice


Racconto Slave gemello

Le scarpe 122

 
Era un venerdì quando mi arrivò un Suo squillo sul cellulare. Senza esitare un attimo dissi al mio superiore che dovevo andar via con un urgenza. Presi la macchina e via di corsa verso la regale dimora di Lady FetishDea
Sono occasioni così rare quelle in cui mi squilla perché la Signora Padrona ha bisogno di me.

Giungo alla regale dimora e parcheggio dove posso. Poi corro verso il suo cancello e rispondo allo squillo. Il cancello si apre automaticamente. Entro.

Appena entrato in casa, ovviamente, mi inginocchio e mi dirigo verso il suo bellissimo salotto salotto. Lì trovo un bigliettino su un tavolino: c'è scritto "vendimi le 122." e sotto c'era una chiavetta.

Avevo l'opportunità di stare a contatto con le oltre trecento paia di scarpe della Padrona; solo una volta avevo avuto questo onore, quando mi fu ordinato di classificarle e numerarle. E' un'esperienza fantastica: una stanza ripiena del suo odore, dell'odore della potenza di Lady FetishDea. Presi la chiave e mi fiondai in quella stanza a cercare le scarpe numero 122.

La cosa fu più difficile del previsto perché le scarpe non erano più tutte in ordine: quelle che la Dea aveva indossato dopo il mio riordinamento, le aveva poi buttate a terra, in modo confuso e disordinato (non è affatto una critica: ovvio che queste cose non spettano a Lei).

Quindi capii che era mio dovere riordinare tutto da capo : anche se, lo ammetto, lo feci soprattutto per cercare di attirare la Sua bontà nei miei confronti. Forse finalmente, vedendo la stanza così in ordine, mi avrebbe permesso di baciarLe i piedi.

Mi misi subito all'opera, impiegando poco più di un'ora per rimetterle a posto e per calcare meglio i numeri che stavano cominciando a leggersi male.
Finalmente, dopo tanto lavoro, vidi la scarpa numero 122.
 
Al numero 122 c'erano un paio di sandali in pelle rossa, stupendi e usatissimi, con un lunghissimo tacco sottile. Tra gli strass, sul cuoio della suola si leggeva ormai poco chiaramente Giuseppe Zanetti, o Zanotti, non saprei dirlo. L'unico difetto: la fibbia laterale era scollacciata, bisognava ripararla. Ma si vede che la Padrona aveva deciso di vendere direttamente il paio di scarpe per comprarsene altre.

Chissà quanto tempo stetti a guardarle, ad odorarne l'aroma della loro (e mia) Proprietaria; ne guardai il numero, ovviamente il 36 : non poteva essere altrimenti ma dovevo esserne certo, dovevo
avere un'altra prova di essere a contatto con le Sue scarpe, di non vivere solo un bellissimo sogno.

Rimasi a pensarci per un po', poi decisi: sarei andato da Lady FetishDea e l'avrei supplicata di regalarle a me, quelle scarpe, come ricompensa per i miei continui servigi e per la mia devozione nei Suoi confronti.

Deciso, mi alzai e uscii da quella stanza. Diedi un'ultima rammaricata annusata, e poi chiusi a chiave dirigendomi verso il salotto. Lì cercai di capire dove potesse essere la Divina Dea: provai in cucina e in ripostiglio, gli unici posti in cui mi era concesso entrare. Poi bussai alla porta del bagno e della Sua stanza da letto, ma non ebbi risposta. Infine la vidi nel suo splendido giardino, comodamente seduta su una sdraio a farsi accarezzare dal sole.

Quanto era bella! Con quelle gambe forti e possenti, quei piedini piccoli eppure capaci di ridurmi in uno stato di schiavitù perenne. Mi inginocchiai automaticamente, per impulso. Poi, con rispetto, Le chiesi il permesso di avvicinarmi.

Lei, elegante come sempre, si tolse gli occhiali da sole e mi ordinò di farmi avanti.
- Vieni, schiavo.
- Padrona, mi permetta di dirLe che quando mi trovo davanti a Lei...
- Hai preso le scarpe, vedo.
- Sì, Signora.

Mi mise la sua mano dalle lunghe curate sotto il mento, dicendomi:
- Ora tu me le venderai e ci guadagnerai almeno 300 euro che mi porterai entro cinque giorni.
- Signora, io vorrei chiederLe se è possibile...
- Baciami la mano.

Mi porse la sua stupenda mano togliendomela dal mento ed io la baciai ardentemente, innamoratissimo e noncurante del fatto che non ero riuscito nemmeno stavolta a chiederLe un piacere. Avrei voluto insistere, ma la Lady FetishDea riusciva ad intimorirmi, non è una novità. Ero, e sono, soggiogato a lei.
- Ora basta. Vai pure, schiavo. - disse, rimettendosi gli occhiali e tornando a farsi dolcemente riscldare dal sole.

Mi allontanai ad occhi bassi, un po' triste. Poi, come ultima speranza, tentai una mossa disperata: "Le ho riordinato tutte le scarpe, mia Dea". "Logico!", rispose Lei, mettendosi le cuffie del lettore mp3 nelle orecchie.

Ancora più triste, con quelle bellissime scarpe strette fra le mani, uscii dalla Sua regale dimora.
 
Non ce l'ho fatta.
Lo so, avrei dovuto eseguire gli ordini, avrei dovuto venderli quei Suoi sandali usati, ma non ce l'ho fatta. Per cui quando tornai dalla Signora Padrona Le portai 400 euro dicendoLe che erano il guadagno della vendita, non Le confessai che in realtà quei soldi erano miei, e avevo pagato io per potere avere quei sandali con me, per poterli adorare, odorare. Ne leccai tutta la suola, li resi splendenti, ne succhiai tutto l'aroma...
Pensai che la Signora Padrona non mi vietò di poterLi acquistare, quindi non avevo fatto nulla di male. L'unica cosa è che non Le ho detto che li ho venduti a me stesso, ma che fa?
Questa cosa mi tormentava, avevo paura di deluderla, di non essere più chiamato da Lei a sistemarLe le scarpe, di non avere più il privilegio di poterLa servire ogni qual volta Lei lo ritenesse necessario.
Non ce la feci. Qualche giorno dopo le scrissi su messenger confessandoLe che chi aveva avuto l'onore di acquistare quei sandali era il sottoscritto.
Per un po' non rispose, poi mi disse che era contenta della mia confessione.
E se Lady FetishDea era contenta, ero contento anche io.
Poi però aggiunse che potevo tenermi i sandali altri tre giorni, dopodiché dovevo rimetterli in vendita e riportarLe altre quattrocento euro.
Supplicai Lady FetishDea di farmi tenere quei sandali, che ero uno schiavo come tutti gli altri, ma la Signora Padrona non rispose e, giustamente, mi bloccò.
Ora devo fare una confessione pubblica... io ho di nuovo ricomprato quei sandali, portando a Lady FetishDea altri quattrocento euro. Non volevo dirglielo stavolta, e tenermi io quei gioielli rari ma non ce la faccio. Ho troppa paura di perderLa per sempre.

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